venerdì 19 aprile 2024

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Esercizio fisico: un aiuto contro il cancro del seno

set 20 2017

Da alcuni anni studi epidemiologici hanno dimostrato che la pratica sistematica di un esercizio fisico da moderato a intenso riduce la probabilità di ammalare di cancro del seno, così come la probabilità di recidiva nelle donne operate.

Anche la mortalità generale e quella dovuta al cancro del seno sono minori nelle donne attive rispetto a quelle sedentarie.

Analoghe osservazioni sono state riportate per il cancro del colon-retto.

L’effetto protettivo dell’attività fisica è stato dimostrato sia prima che dopo la diagnosi di cancro, cosicchè sono state elaborate apposite linee guida, che raccomandano alle donne di partecipare a programmi specifici di attività fisica moderata per almeno 150 minuti alla settimana dopo la diagnosi di cancro del seno.

In questo mese è stato pubblicato uno studio che spiega il motivo dell’effetto favorevole dell’attività fisica sulla riduzione del rischio di ammalare di cancro del seno.

Il meccanismo risiederebbe nella produzione di adrenalina e nor-adrenalina in seguito ad attività fisica da moderata a intensa.

Adrenalina e nor- adrenalina sono ormoni prodotti dalla parte più interna delle ghiandole surrenali in seguito a eventi stressanti (sono detti anche ormoni della paura).

L’effetto è dovuto alla capacità che questi ormoni hanno di attivare una particolare cascata di eventi molecolari, chiamata Hippo signaling pathway, attraverso cui vengono date indicazioni alle cellule dell’organismo.

Questa Hippo signaling pathway è una sorta di circuito di controllo delle dimensioni degli organi. Il controllo avviene attraverso la regolazione della proliferazione cellulare (la proprietà delle cellule di dare origine ad altre cellule), l’apoptosi (lo “spegnimento” delle cellule, che ne produce la morte) e la capacità di rinnovamento delle cellule staminali.

L’alterazione di questa cascata di eventi molecolari contribuisce allo sviluppo del cancro.

I ricercatori danesi hanno dimostrato che, dopo attività fisica moderata o intensa, si verifica un aumento dell’adrenalina e nor-adrenalina nel sangue e che questo sangue è in grado di impedire la crescita di cellule del cancro del seno sia in provetta, sia nei topi da esperimento.

Inoltre, i topi da esperimento che vengono stimolati ad attività fisica intensa sono meno suscettibili alla formazione di cancro del seno.

Tutto risolto allora?

Non esattamente, come gli stessi ricercatori sottolineano.

L’allenamento sistematico, nell’esperimento danese, conduce alla riduzione di circa la metà della capacità di crescita delle cellule tumorali messe a contatto con siero contente alti livelli di adrenalina: l’effetto è ottenuto in condizioni sperimentali al fine di spiegare il meccanismo attraverso cui si verifica.

Altra cosa sono le condizioni naturali, quelle di tutti i giorni: gli studi epidemiologici in letteratura dimostrano che l’effetto preventivo dell’esercizio fisico nelle donne è un mezzo di riduzione del rischio di cancro del seno (di circa il 12%), ma non costituisce una cura del cancro.

È poi importante distinguere fra l’effetto positivo della produzione rapida e intensa, ma di breve durata, dell’adrenalina in seguito a esercizio fisico programmato e la condizione di stress cronico, come ricordano gli stessi ricercatori.

In situazioni di stress cronico, i livelli di adrenalina rimangono elevati per lunghi periodi, assieme a quelli di altri ormoni dello stress (p.es. cortisolo): molti studi hanno dimostrato che questa condizione si associa con una maggiore progressione dei tumori.

Quindi, seppure molto importante, l’esercizio fisico non sostituisce la terapia del cancro del seno, che si basa sulla integrazione di chirurgia, radioterapia, chemioterapia, terapie ormonali, terapie anticorpali.

Nel complesso percorso di prevenzione e di terapia, che garantisce elevate percentuali di guarigione e una bassa mortalità, l’attività fisica programmata è un buon aiuto, facile da perseguire e con effetti benefici su tutto l’organismo.

Oltre agli effetti biologici dimostrati dallo studio danese, si deve tenere conto anche del netto miglioramento della qualità di vita che ottiene chi fa di una corretta attività fisica una strategia di benessere.

Riferimento: Cancer Res 2017; 77(18); 4894–904